Introduzione

AIED – sezione di Bolzano – Raccolta di manifesti

 

La sezione AIED (Associazione Italiana per l’Educazione Demografica) di Bolzano aprì il suo primo consultorio in Piazza Erbe il 1° dicembre 1973.

Il progetto nacque dalla volontà del gruppo femminista Kollontaj – dal nome della socialista e femminista russa Aleksandra Kollontaj (1872-1952). Il gruppo si era costituito tra il 1970 e il 1971 attorno a un nucleo di giovani donne tra i 24 e 30 anni, provenienti da varie esperienza, ma tutte ideologicamente orientate verso sinistra.

Nel 1976 al servizio di consulenza si affiancò un ambulatorio medico, che nel 1979 si trasferì in via Talvera e nel 1992 nell’attuale sede di via Isarco.

 

Già dai primi mesi di attività il consultorio AIED avviò la raccolta di manifesti realizzati dalle varie sezioni nazionali e la produzione di manifesti propri.

Il fondo dei manifesti AIED, composto di 157 unità, costituisce lo specchio delle iniziative della sezione bolzanina e al tempo stesso traccia le coordinate dei suoi contatti con le altre realtà socio-culturali operanti in provincia e nel panorama nazionale nell’ambito di tematiche femminili.

Del resto, da sempre, anche la sede nazionale dell’AIED, fondata nel 1953,  fece ricorso ai manifesti per lanciare le proprie campagne informative. Il primo manifesto fu realizzato nel maggio del 1955 dalla socia Nicoletta Gero con il titolo “Preveniamo con gli anticoncezionali le tragedie dell’aborto” e fu affisso in via Rasella, sede del primo consultorio. Il gesto suscitò grande scandalo: la stampa cattolica e conservatrice ne richiese più volte il sequestro e anche le forze di sinistra criticarono lo slogan, temendo che l’AIED potesse collocarsi tra le forze antiaboriste.

 

Nel solco delle indicazioni dell’AIED nazionale, l’attività del consultorio di Bolzano si rivolgeva non semplicemente alle donne, ma a tutte le persone che volessero informarsi sulla contraccezione, liberalizzata in Italia a partire dal 1971, e sulla maternità consapevole. La sedimentazione di manifesti degli anni settanta è scarna e limitata ai manifesti che annunciano l’esistenza di un consultorio a Bolzano e sensibilizzano le donne proprio rispetto a temi quali la contraccezione e le pari opportunità. Si tratta di disegni dai tratti essenziali e dagli slogan in linea con le comunicazioni femministe del periodo: ad esempio ”Wir haben das recht Kinder zu bekommen, wann und wieviele wir wollen” (1973).

 

A fianco dei servizi offerti all’interno del consultorio, la sezione AIED era attiva nell’organizzazione di convegni, dibattiti e tavole rotonde che aprissero la discussione su date tematiche.

Negli anni ottanta si intensificano i manifesti di conferenze e seminari, fino alla strutturazione di un ciclo di incontri sulla maternità, il parto e la sessualità all’inizio degli anni novanta, tutti curati dallo studio grafico Mosquito di Bolzano. I referenti, avvocati, medici, ostetriche, psicologhe, ecc.,  provenivano nella quasi totalità dei casi da altre regioni italiane, tuttavia i manifesti sono sempre bilingue, così come nel corso delle serate era prevista la traduzione simultanea degli interventi.

Nel caso del ciclo di incontri/discussioni svoltasi tra il 1990 e il 1993, per ogni serata si conta un manifesto in lingua italiana e uno in lingua tedesca.

Con la fine degli anni novanta e l’inizio del XXI secolo si dirada il numero dei manifesti, che tuttavia migliorano in qualità tipografica.

 

La produzione della sezione AIED di Bolzano si completa di manifesti disegnati a mano o realizzati tramite tecniche di collage di ritagli di giornale, ideati a scopo informativo (ad esempio per l’educazione sessuale nelle scuole) oppure prodotti nel corso di seminari (ad esempio schede sulla pre-menopausa).

Il fondo contiene anche alcuni dei cartelloni indossati dalla delegazione di donne di Bolzano durante il corteo del 14 gennaio 2006 a Milano in difesa della legge 194.

 

Le appartenenti al gruppo Kollontai e alla sezione bolzanina dell’AIED si orientavano ideologicamente verso sinistra, sottolineando tuttavia la propria autonomia e indipendenza partitica. Per tutti gli anni settanta e per i primissimi anni ottanta rifiutarono un attivismo confinato entro i limiti delle istituzioni, preferendo la via dell’intervento pubblico.

Purtroppo mancano di questo periodo i manifesti e gli striscioni disegnati a mano dalle donne del gruppo Kollontaj e del Coordinamento provinciale femminista appositamente per manifestazioni di piazza (ad esempio la manifestazione per la liberalizzazione dell’aborto nel febbraio del 1977, la fiaccolata per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della violenza sessuale contro le donne nel marzo del 1977) o per le “incursioni informative” di piccoli gruppi di 4/5 militanti nei vari quartieri della città (i cosiddetti “gruppi d’uscita”). Tuttavia, traccia di questi manifesti/striscioni si ricostruisce tramite la documentazione fotografica custodita nell’Archivio AIED.

Solo nel 1980 il gruppo si schierò a fianco di un partito, la Nuova sinistra, che sostenne anche attraverso una campagna di affissione “Una femminista in consiglio comunale / Eine Femministin im Gemeinderat” a Bolzano: Marina Rossi. Nel 1983 fu la volta di una campagna a favore dell’ingresso nel Consiglio Provinciale, con il manifesto “Sedici donne nella Lista alternativa per l’altro Sudtirolo”, che portò all’elezione di Andreina Emeri.

 

Accanto ai manifesti realizzati a Bolzano il fondo conta anche manifesti provenienti da varie sezioni italiane e dalla sede romana centrale dell’AIED: convegni annuali degli operatori, conferenze, anniversari, ecc..

 

Della raccolta fanno parte anche manifesti relativi a campagne informative, convegni o corsi organizzati da altre realtà in Alto Adige, Trentino e Tirolo: Universität Innsbruck, Centro Documentazione Donna, Unicef – sezione di Trento, Provincia di Bolzano, ecc..

 

Completano il fondo cartelloni informativi messi a punto dalle case farmaceutiche, dal Centro Addestramento Diaframma - Servizio di Fisiopatologia dell'Università di Bologna e una – pur esigua – raccolta di manifesti femministi stranieri (da Olanda e Germania).

 

Al fondo dei manifesti AIED è strettamente collegato l’archivio della sezione AIED di Bolzano – poi sezione Andreina Emeri (presidente dal 1973 alla sua morte nel 1985), conservato in parte all’Archivio storico delle donne di Bolzano e in parte presso la sede bolzanina dell’AIED.

 

Bolzano, 24.09.2006

Valentina Bergonzi